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Tuesday 24 June 2014

Il Papa, la magia e le scienze



Papa Bonifacio VIII era un uomo coltissimo, e possedeva una mentalità particolare decisamente all'avanguardia nel suo tempo, quanto a certi argomenti.

Favoriva molto le scienze della natura, che agli inizi del Trecento comprendevano anche l'astrologia e l'alchimia, mescolate alla cultura medica in un modo tanto stretto da risultare inconcepibile per la nostra mentalità moderna.

Non aveva nessun pregiudizio contro gli ebrei, e apprezzava  la grande tradizione medica degli arabi; ebbe al suo servizio i migliori medici del tempo, come ad esempio il veneto Pietro d'Abano, che con i suoi studi fece scuola a molti altri. 

Osservati con occhi moderni, questi illustri scienziati del medioevo appaiono singolari: Pietro d'Abano scrisse un trattato sui poteri del sole, nel quale è adombrata la possibilità che l'astro diurno possegga un'anima propria, una specie di intelligenza angelica, come del resto tutti gli altri corpi celesti. 

Il legame intimo fra i diversi elementi del cosmo basava anche la geomanzia, ovvero l'arte praticata nel mondo arabo di individuare possibili lineamenti di eventi futuri grazie alle forme con cui un pugno di terra cadeva gettato su una tavola di pietra.

In questi saperi continuava a sopravvivere l'antica cultura naturalistica dei Greci e dei Latini, i quali erano pagani e non avevano difficoltà a considerare i corpi celesti come entità viventi e sacre, in una parola, come altrettante divinità.

Pietro d'Abano incontrò seri problemi durante il suo soggiorno a Parigi, quando i domenicani del convento di Saint-Jacques lo perseguitarono per le sue idee; fu liberato grazie all'intervento di un pontefice dalla mente illuminata di cui non dice il nome in modo aperto, ma la sua disavventura cade proprio durante il pontificato di Bonifacio VIII.

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