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Wednesday 30 April 2014

Medicina e amuleti astrologici


Durante il Medioevo, la medicina era una delle Arti Liberali maggiori che si insegnavano nelle Università, e dava modo di svolgere una professione molto ambita, lucrosa e stimata.
Se guardata con occhi moderni, questa disciplina universitaria lascia alquanto perplessi: accanto a rimedi di tipo pratico, come ad esempio curare alcune malattie facendo ricorso alle erbe officinali usate ancor oggi (valeriana, fieno greco, iperico e molte altre ancora), si usavano abbondantemente anche amuleti di metallo, pietra e osso, i quali venivano resi efficaci grazie al potere dei corpi celesti. 
Era insomma contaminata con quella che noi oggi diremmo "magia astrale", anche se la mentalità del tempo non ravvedeva in ciò nulla di sospetto o illecito: l'astrologia stessa, del resto, era materia di insegnamento universitario. 

San Tommaso d'Aquino aveva fatto distinzione fra l'astrologia lecita, cioè quella che elenca le tendenze fisiche delle persone secondo il periodo dell'anno in cui sono nate, e astrologia illecita, ovvero quella che pretende di leggere nelle stelle il corso del destino.

Il principio sul quale si fondava lo stretto legame tra medicina e astrologia è questo: l'uomo è un microcosmo, cioè una specie di universo in miniatura, il quale racchiude e contiene in sé tutte le caratteristiche del Creato. Pertanto, ciascuna parte del suo corpo è in relazione con i corpi celesti, secondo modalità classificate minuziosamente: la costellazione del Cancro, ad esempio, influiva sul torace, e quella dello Scorpione sugli organi riproduttivi.

Il fatto di ritenere che l'influsso astrale potesse giovane nella cura delle malattie dipendeva dall'eredità antica: anche la medicina greca e romana usavano infatti amuleti astrologi, i quali erano molto spesso gemme ricavate da pietre dure incise con strani simboli celesti. 

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