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Wednesday 30 April 2014

Crescenzio da Paliano


Dopo la morte di Bonifacio VIII, la corona di Francia si trovò alle prese con un problema: il pontefice aveva emanato molti documenti di condanna contro re Filippo IV, fra i quali spiccava la famosa bolla Super Petri solio che avrebbe dovuto essere promulgata l'8 settembre 1303. 

Guglielmo Nogaret aveva preso d'assalto la città di Anagni e cercato di catturare papa Bonifacio proprio per impedire che quel documento fosse reso di pubblico dominio. Tutte le copie erano state distrutte, ma rimanevano pur sempre diverse attestazioni, come ad esempio la trascrizione sui Registri Vaticani ad uso della Cancelleria Apostolica.

Se queste censure fossero tornate alla luce, il re di Francia avrebbe rischiato il trono: un sovrano scomunicato infatti non poteva regnare, e i suoi vassalli, specie il potente conte di Fiandra, non aspettavano altro per proclamarsi indipendenti. 

Gli avvocati di Filippo il Bello guidati dal Nogaret misero allora in piedi un processo contro la memoria di Bonifacio VIII, il quale durò addirittura 10 anni. Il papa defunto fu inizialmente accusato di aver convinto il vecchio e incapace Celestino ad abdicare per poter diventare papa lui stesso; in seguito, poiché questa accusa da sola non sembrava sufficiente, gli avvocati reali cominciarono ad accumulare imputazioni via via più gravi: Bonifacio VIII era un miscredente, bestemmiava Gesù Cristo e la Vergine Maria; quindi dissero che era eretico, e infine, anche stregone.


Fu insomma un processo politico in piena regola, condotto sotto il pretesto della religione proprio come il processo contro i Templari. 
Si formò un collegio di difensori, tra i quali spicca il nome di Crescenzio da Paliano.

 Di lui sappiamo che era un parente del pontefice defunto; il collegio dei difensori lavorò bene, e con il tempo costrinse gli avvocati di Filippo il Bello ad insabbiare il processo, e i ruoli addirittura si ribaltarono: nel 1311, il re di Francia farà un solenne "mea culpa", e sarà lui a doversi giustificare dinanzi al papa, allora Clemente V, giurando di aver voluto procedere contro Bonifacio VIII non per odio o altri motivi disonesti, bensì per zelo verso la fede.

Nella saga, Crescenzio è l'intelletto logico e ingegnoso che grazie alle sue capacità di deduzione smaschera i raffinati omicidi che si muovo intorno a lui, nello spazio insidioso della Curia agitata da grossi conflitti di potere. 

Nei libri seguenti, aiuterà i Templari messi sotto processo a dimostrare il profilo vergognosamente illegale della strategia giudiziaria intessuta da Guglielmo Nogaret.

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